Per rendere produttivo l’allenamento dei miei allievi ne analizzo la situazione di partenza.
Per poterlo fare al meglio ho scelto alcuni strumenti la cui affidabilità fosse provata e la cui esecuzione fosse semplice, in modo da adattarsi a chiunque.
Lo Studio del Caso iniziale si compone di tre parti:
Per verificare la capacità di movimento impiego il Functional Movement Screen di Gray Cook. (Clicca sull'immagine per approfondire)
È un semplice quanto potente mezzo per ottenere un quadro chiaro e veloce delle abilità motorie dell’allievo.
Permette l’analisi dei 7 schemi motori di base (link a 2. il mio metodo), raggruppandoli in tre gruppi:
Con i movimenti che rientrano nelle categorie 2 e 3 ci si potrà allenare sin da subito, cercando di affinare le abilità del gruppo 2.
I movimenti del gruppo 1 non potranno essere inseriti in allenamento perché aumenterebbero le possibilità di infortunio e non produrrebbero risultati.
Verranno perciò ottimizzati in una parte dedicata della seduta ed impiegati quando rientreranno nelle categorie 2 o 3.
Ciò mi permette di aumentare il numero di esercizi e gesti che il mio allievo potrà fare in sicurezza, espandendo la sua area di confort.
Eccovi un’immagine del grafico creato dal software che uso, utile ad avere i risultati del Functional Movement Screen a colpo d’occhio.
Ai vertici dell’ettagono si vedono i sette movimenti di controllo inseriti nel FMS,
con i relativi punteggi.
Più l’aera arancione diventa grande, più il soggetto migliora le sue abilità motorie.
La persona di questo esempio non ha nessun punteggio 1, quindi nessun movimento disfunzionale.
Controllo del peso
Il controllo del peso si svolge con una bilancia ad impedenziometria.
Questa restituisce il peso dell’allievo in Kg. e riferisce come questi siano ripartiti fra grasso, acqua, muscolo ed ossa.
Per avere sotto controllo l’andamento dei risultati sull’andamento peso uso un software che mi restituisce un grafico.
L’allievo preso ad esempio ha lavorato bene, infatti si nota che il peso (linea blu) è sceso perché il grasso è stato consumato (linea arancione), mentre la massa magra è stata conservata ed in certi casi è aumentata (linea marrone: ossa, verde: muscolatura, gialla: idratazione).
Nello Studio del Caso verifico, con un semplice test, la capacità di gestire lo stress dell’allievo.
Questo è l’aspetto meno considerato nell’ambito dell’allenamento fisico.
La gestione dello stress, indica la capacità di fronteggiare la fatica.
L’affaticamento dell’organismo non avviene solo quando ci si allena:
inizia al mattino, quando ci alziamo dal letto e si riduce quando vi ritorniamo la notte.
Se, durante il giorno, riusciamo a modulare la spesa energetica, grazie anche ad un modo di muoverci che segua il concetto della “massima resa con la minima spesa”, riusciremo a giungere a sera senza aver sovraccaricato di lavoro l’organismo.
Se, invece, le attività diurne sono spossanti e frenetiche, oltre a vessare l’organismo, si potrebbe compromettere anche la qualità del sonno.
Il sonno rigenera l’organismo se non è disturbato da alti livelli di stress accumulati durante il giorno.
Il sovraccarico di lavoro psico-fisico diurno si accumula se non è correttamente smaltito dal riposo notturno e, nel tempo, è capace di procurare disturbi a livello:
Molti credono che mentre ci si allena si aumentano le prestazioni o si rinvigorisca la muscolatura.
In realtà è tutto il contrario: l’allenamento è uno stress che l’organismo deve fronteggiare, se ha le risorse fisiche e mentali per farlo.
Se l’allenamento fosse troppo al di là delle nostre possibilità di recupero, non solo non otterremo nessun risultato, ma peggioreremo la situazione.
Se vuoi approfondire gli effetti di un allenamento che non tenga conto della tua gestione dello stress, guarda le figure che mostrano il modo sbagliato di dimagrire, tonificare e irrobustimento muscolare.
Monitorando lo stress, riesco a farmi un’idea di come l’allievo lo gestisce e posso realizzare un allenamento che ne tenga conto, in modo da renderlo comunque produttivo.
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